C’è vita sotto i ghiacci di Europa?

L’ “Europa” in questione è uno dei quattro satelliti naturali, o lune, del pianeta Giove, scoperti nel 1610 da Galileo Galilei e descritti nel Sidereus Nuncius (Annunciatore Celeste): Io, Ganimede, Callisto ed Europa, da allora noti come Satelliti Galileiani.

Questo satellite ha attirato, da alcuni anni, l’attenzione degli astrobiologi, i ricercatori che si occupano della possibile presenza della vita nell’universo, in quanto è stato riconosciuto dalla NASA come il corpo celeste del Sistema solare più adatto per ospitare vita extraterrestre. Questa affermazione si basa, principalmente, sui risultati ottenuti nel corso della missione spaziale della NASA, Galileo. La sonda, lanciata nel 1989, entrò nell’orbita di Giove nel 1995 e vi rimase fino al 2003, fornendo lo studio più approfondito delle lune galileiane, in particolare di Europa.

Grazie alle informazioni di questa missione e in successivi studi, oggi è comunemente accettato che sotto la crosta superficiale ghiacciata del satellite, la quale presenta delle striature simili a crepe, si trovi un “oceano” di acqua liquida dello spessore di circa 100 chilometri. Ad avvalorare la presenza di acqua nel sottosuolo di Europa, sono state anche le osservazioni ottenute nel dicembre 2012 dal telescopio spaziale Hubble, che individuò la presenza di giganteschi pennacchi (giant plumes) di vapore acqueo, alti fino a 200 chilometri, fuoriusciti dalle crepe presenti sulla superficie del satellite. L’esistenza e la natura di questi geyser di vapore acqueo sono stati confermati recentemente da un lavoro, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, condotto da un gruppo di astrofisici dell’Università del Michigan, i quali hanno riesaminato in modo molto approfondito l’enorme massa di osservazioni raccolte durante la missione Galileo.

Se tale ipotesi verrà convalidata in futuro, il satellite dovrebbe contenere più del doppio dell’acqua presente sulla Terra! Questo è un punto molto importante dal punto di vista dell’astrobiologia, perché rimanda immediatamente alla possibile presenza di vita sul satellite gioviano.

La presenza di acqua allo stato liquido rappresenta, infatti, il più importante dei fattori che si ritengono fondamentali per lo sviluppo della vita su un pianeta. La vita su Europa potrebbe esistere nell’oceano al di sotto del ghiaccio, in condizioni simili a quelle presenti sulla Terra nelle profondità degli oceani, o sul fondo dei laghi nascosti che si trovano sotto i ghiacci dell’Antartide: tra questi, il più noto è il lago Vostok, che è stato proposto come modello per il satellite gioviano. Si tratta di un enorme lago di acqua dolce liquida (temperatura media -3°C), coperto da uno strato di ghiaccio spesso quasi 4 km, che blocca completamente la luce solare e che lo ha isolato dall’ambiente esterno negli ultimi 10 milioni di anni. L’eventuale scoperta, nelle acque del lago, di forme di vita potrebbe rafforzare l’ipotesi dell’esistenza di vita anche nell’oceano di Europa.

Naturalmente, perché l’analogia risulti valida, occorrerebbe una conferma che le condizioni ambientali di Europa siano effettivamente quelle ipotizzate.

Per giungere ad una più accurata analisi della situazione ambientale del satellite, la NASA ha in preparazione una nuova missione, Europa Clipper, il cui lancio è previsto per il 2022 e che dovrebbe raggiungere il sistema gioviano nel 2030. Tale missione si prefigge di analizzare la composizione chimica di Europa, ricercando la presenza di eventuali molecole organiche e, soprattutto, di effettuare il primo scandagliamento al di sotto della superficie del satellite, in modo da confermare o meno la presenza dell’oceano subglaciale.

La missione, nonostante le grandissime difficoltà connesse, costituisce un investimento scientifico di enorme importanza perché, oltre al raggiungimento di una maggiore comprensione del sistema gioviano, permetterebbe di arrivare ad una conclusione definitiva circa l’abitabilità di Europa. Se poi una futura missione spaziale riuscisse veramente a individuare forme di vita “aliene” su questo corpo celeste, allora questo fatto rappresenterebbe una svolta storica nello studio di come si sia potuta originare la vita nell’universo. La luna Europa, quindi, dopo averci dato secoli addietro un’annunciazione stellare potrebbe riservarci in futuro anche un’annunciazione biologica.

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