Mal d’aria

Il titolo non si riferisce ai noti disturbi che si manifestano durante i viaggi in aereo, ma piuttosto ai problemi che quasi quotidianamente i cittadini incontrano nel respirare l’aria inquinata delle nostre città.

Firenze ne è un esempio lampante. A seguito dei lavori per la tramvia, in certi giorni, molte strade della nostra città si trasformano in delle vere e proprie camere a gas.

Il problema è noto da tempo. D’altra parte anche i problemi dell’ecologia oggi non sono più al centro dell’interesse della pubblica opinione. C’è voluta, infatti, la decisione del Presidente Trump di uscire dagli accordi di Parigi, per far ritornare d’attualità un problema mondiale come quello delle emissioni gassose nell’atmosfera terrestre.

Eppure gli studi sugli effetti dell’inquinamento sulla nostra salute dovrebbero farci riflettere attentamente e prendere delle opportune contromisure.

Ad esempio, un recente studio condotto da ricercatori dell’Università della California a Berkeley, ha evidenziato, infatti, che alti livelli di inquinamento dell’aria dovuti al traffico sono particolarmente pericolosi per i bambini e, in genere, per le persone più giovani, in quanto danneggiano una parte molto importante del DNA cellulare, i cosiddetti telomeri.

I telomeri (dal greco = punta fine) sono delle strutture specializzate che mantengono la stabilità dei cromosomi, in quanto li proteggono dalla degradazione ad opera di alcuni enzimi cellulari (le nucleasi) e impediscono che i vari cromosomi interagiscano fra loro. Numerosi studi condotti negli ultimi anni hanno indicato il coinvolgimento di queste strutture in processi cellulari molto importanti, come l’invecchiamento cellulare e la cancerogenesi.

Lo studio in questione, ha mostrato che poiché i bambini hanno delle strutture telomeriche più “delicate” rispetto agli adulti, essi sono molto più vulnerabili nei confronti degli agenti inquinanti presenti nell’aria, in particolare i cosiddetti idrocarburi aromatici policiclici (PAH), un inquinante “ubiquitario”, prodotto dai veicoli a motore.

Per questo motivo, il lavoro pubblicato sul Journal of Occupational and Environmental Medicine, si chiude con una pressante raccomandazione alle autorità perché prestino una maggiore attenzione a questo problema, visto che a soffrirne sono gli strati più deboli e indifesi della popolazione.

E’ sperabile che anche le nostre amministrazioni (Regioni, Comune) tengano conto di questi fatti e abbiano il coraggio di prendere delle decisioni adeguate?

Lascia un commento