Vaccinazioni: perché si

Le vaccinazioni rappresentano la più grande conquista della medicina. Un secolo fa la mortalità  infantile mondiale era del 30%, ora è del 3 per mille (OMS). I più anziani di noi hanno poi presente la moltitudine di bambini paralizzati (quelli sopravvissuti alla poliomielite) ingabbiati nei loro tutori che riempivano i reparti di ortopedia. Questa è realtà. Eppure negli anni si sono ripetutamente manifestati movimenti antivaccinali. Uno dei più forti fu quello del 1917. Proprio cento anni fa. C’era la grande guerra. Gli uomini erano al fronte. Le loro mogli erano rimaste a casa e tra le contadine nei paesini agricoli, dove la prima fonte di informazione erano le chiacchiere al mercato ed al lavatoio pubblico, si diffuse la voce che le vaccinazioni potessero far morire i bambini. Si diceva che il Governo non ne fosse dispiaciuto e che avesse preparato un piano per ridurre la spesa dei sussidi alle famiglie dei richiamati alle armi. Così la mattina del 3 aprile 1917 a Gianosa (Taranto) “gruppi di donne, delle quali alcune piangenti, si dirigevano verso le scuole comunali, dicendo di voler ognuna ritirare i propri figli dalla scuola perché avevano sentito delle voci che agli scolari si doveva praticare una vaccinazione avvelenata” (lettera del prefetto della regia prefettura di Terra d’Otranto al Ministro degli Interni). Non rimase silenziosa neppure la Toscana. A Empoli il 2 giugno 1917 si diffuse la notizia che la Germania aveva aggiunto del veleno al vaccino antivaioloso che proveniva da quel Paese e che era utilizzato in Italia “il Governo lo sa ma finge di non saperlo” (lettera confidenziale della prefettura di Firenze al Ministero del 15 giugno). In Lucchesia il 10 giugno si disse che medici incaricati dal Governo e persino accompagnati da agenti della forza pubblica si dovevano recare nelle scuole per procedere ad iniezioni sui bambini, iniezioni che potevano risultare mortali. Così a Lucca, Pietrasanta, Monsummano, Montecatini, le scuole si svuotarono per giorni. Intervenne anche il ministro degli Interni Vittorio Emanuele Orlando raccomandando alle autorità  locali di interrompere la campagna antivaccini. Dopo 100 anni ci risiamo. Le fake news non viaggiano più ai mercatini di campagna o ai lavatoi pubblici. Ora c’è internet. Esiste sfiducia nella scienza medica, nella classe medica, Esiste un relativismo culturale che è dominante. E così è aumentato il numero dei genitori che non sottopongono a vaccinazione i propri figli tanto che si è resa necessaria una legge ad hoc per proteggere la popolazione dal riaffacciarsi di focolai di infezioni contagiose (come è già avvenuto per il morbillo). Ma ci sono state contestazioni a tale provvedimento; si è arrivati a considerarlo un’impostazione di stampo totalitario. Eppure l’Italia nel promulgare la nuova legge non è isolata. Nel Paese più liberale del mondo e più rispettoso della libertà  individuale, gli Stati Uniti, si assiste ad un irrigidimento delle regole relative all’obbligo dei vaccini. Esemplificativo il fatto che in due Stati che sono agli estremi come benessere ed atteggiamenti sociali (California e Mississipi) sia stato reintrodotto l’obbligo vaccinale per l’ammissione alle scuole. Non sono più possibili eccezioni basate su credenze personali e non fondate su certificati problemi medici (New England Journal of Medicine 14 agosto 2015). Determinante per questa drastica decisione è stato il caso di un bambino di 7 anni, Rhett Krawitt, guarito di leucemia, quindi immunologicamente compromesso. La presenza di bambini non vaccinati lo mette al rischio di contrarre malattie come il morbillo e la varicella che per lui potrebbero essere mortali. Questo perché si è persa l’immunità di gregge (herd immunity), un meccanismo per cui chi si vaccina, impedendo la circolazione di agenti infettivi, protegge anche chi non è vaccinato. In Italia i bambini che sono in una situazione simile a quella di Rhett Krawitt sono 1500. Pensiamoci. Per chi ha un orientamento più individualista merita ricordare che è stato escluso nella maniera più assoluta un legame tra vaccinazioni ed autismo od altre patologie.

Lascia un commento