Accademia

 
La storia
Fino dall’estate del 1732 alcuni amici, nobili e letterati, appassionati delle cose del passato si riunivano nella bottega di libraio del Piazzini, sul Corso, per conversare e scambiarsi esperienze; passati al vicino palazzo dei Pazzi, oggi in Borgo degli Albizi 28, nella colombaia-altana della torre, Giovan Girolamo de’ Pazzi, Bindo Simone Peruzzi, Anton Francesco Gori, Domenico Maria Manni, Andrea da Verrazzano, Giovan Vincenzio Fantoni e altri dieci cultori dell’erudizione divennero fondatori il 15 maggio 1735 della Società Colombaria, in omaggio al luogo ove i colombi facevano il nido. Nel giro di pochi anni il sodalizio acquistò notevole rinomanza nel mondo dei savants.
Quel che i fondatori del sodalizio avevano insegnato potesse aiutare a fare la storia, costituisce l’essenza di discipline che oggi si definiscono ausiliarie del lavoro storiografico: la diplomatica, la paleografia, la sfragistica, la cronologia, l’araldica, la numismatica. Emerge la consapevolezza che il valore originario e fondamentale del termine ‘storia’, consista nel connubio tra la ‘ricerca’ e la ‘descrizione’ di quanto trovato, in funzione d’un suo impiego ‘a pubblico benefizio’. Le idee messe in pratica dall’opera degli ‘antiquari’ fondatori trovarono prosecuzione nell’Ottocento, specie sotto la presidenza di Gino Capponi, fatto socio nell’agosto 1810 col nome di Il Riservato, e presidente della Società dall’anno seguente fino alla morte, cioè per sessantacinque anni, a lungo avendo al suo fianco come segretario Cesare Guasti. In quel periodo la Colombaria venne collocandosi in una propria dimensione specifica di ricerca, la ‘storia toscana’, e formò con altre Accademie fiorentine, come la Crusca e i Georgofili, una formidabile base per le indagini e la documentazione attinenti ai beni culturali, in seno al generale progresso scientifico.
I soci vennero divisi in urbani ed esteri, fu prescritta la presentazione di saggi originali, da pubblicarsi negli Atti sociali. La regolarità delle riunioni accademiche fu assicurata da una sede stabile per la donazione d’un appartamento prossimo al Ponte Vecchio da parte del socio Rivani, nel 1836. Le attività proseguirono in modo tranquillo e umbratile, trovando un riconoscimento in occasione del bicentenario dalla fondazione, ma subendo un brusco arresto allorché, per la distruzione bellica della sede nel 1944, l’ente si trovò a doversi riorganizzare radicalmente. Allora fu varato lo Statuto vigente, del 1951, sotto la presidenza di Giacomo Devoto, e dal Comune di Firenze fu concesso l’uso di alcuni locali posti nel complesso dell’antico convento delle Oblate.