All’origine delle pandemie: o Wuhan o Saturno

Da oltre due anni si congettura, tra molti dubbi e poche conclusioni, sull’origine della controversa pandemia contemporanea, poiché l’era moderna ci ha ormai abituati alla dolorosa perdita delle certezze. Non fu così in altri tempi: le cose ormai sono molto cambiate, e del resto neppure le stagioni sono più le stesse. Illuminante, al riguardo, considerare per esempio la spiegazione ufficiale della famosa peste del Basso Medioevo (1346-1353 ca), ossia la terribile mors nigra. Tale termine venne coniato dal belga Simon de Couvin (†1367) in base ai sintomi del morbo: macchie nere sulla pelle, dette carbonchi, dovute ed emorragie sottocutanee, spesso con rigonfiamento dei tessuti; per questo fu chiamata anche peste bubbonica. A poco serviva lavarsi con l‘aceto o tenere in bocca chiodi di garofano, né muovevano la divina misericordia le innumerevoli processioni dei flagellanti.

Tutta l’Europa contava allora un po’ più abitanti di quanti ne abbia l’Italia oggi, e ne morì almeno un terzo; purtroppo a Firenze le cose andarono un po’ peggio della media: secondo il Boccaccio, nel Decameron, furono «tolti di vita» centomila cittadini, mentre la Nuova Cronica, del mercante della compagnia dei Peruzzi e storico Giovanni Villani (1280-1348), afferma che morirono «de’ cinque i tre e più», ossia oltre i 3/5 della popolazione. Tra le vittime il padre di Boccaccio e lo stesso Villani. Per l’umanità fu il secondo grande flagello storico di peste, dopo quella di Giustiniano nel 540 EC, proveniente dall’Etiopia, che sembra abbia causato circa 50 milioni di morti nell’impero bizantino e nel bacino del Mediterraneo.

Pestarzt, il medico della peste con veste protettiva e col “becco” riempito di salvifiche essenze

 

Non c’è dubbio che tutti i mali vengono per nuocere, checché ne pensi la stupidità popolare, ma in effetti talvolta, raramente, ne risulta qualche involontario fringe benefit, come si dice oggi. Si legga, ad esempio e riprova, La Fondazione dello Studium, rimedio alla pandemia, del collega ed amico Spagnesi, proprio su questa rivista on-line della Colombaria, aprile 2021. La morte nera disgregò la società civile, stravolse strutture e consuetudini medievali, ma agendo direttamente sul mercato della forza lavoro, favorì l’emancipazione delle classi più umili e contemporaneamente stimolò progressi tecnologici produttivi. Preparò così la strada ad un’epoca totalmente nuova: il Rinascimento.

Simon de Couvin era canonico, uno tra le varie decine della cattedrale di Liegi: la Collegiata di San Giovanni Evangelista, edificata subito prima dell’anno Mille e purtroppo demolita nel XVIII secolo. Fu anche astronomo, o almeno scrisse di Astronomia, ma in realtà non si sa quasi nulla di lui; ci rimane però un suo libello (1349-1350): De judicio Solis in convivio Saturni, un poema dove sostenne in esametri che l’origine della pandemia fosse dovuta a fenomeni astronomici. Siamo alle solite, quando avvengono certe catastrofi e se ne cercano le cause occulte: o gli ebrei o gli astri. A difesa dei primi apparvero due bolle di Clemente VI, e dunque responsabilità gli astri, stavolta. Anche grazie al sostegno filosofico della Facoltà di Medicina dell’Università di Parigi che nel 1347 aveva affermato:

« Una congiunzione astrale, insieme ad altre congiunzioni ed eclissi, è causa reale della gravemente mortifera corruzione dell’aria che ci circonda, fonte di mortalità e di carestia. Per conseguenza quest’aria, così corrotta, penetrando necessariamente nei polmoni […] fa andare in putrefazione tutto ciò che le sta vicino ».

Le esiziali congiunzioni planetarie alle quali ci si riferiva erano quelle dei “tre corpi superiori”, ossia Marte, Giove e Saturno, che avevano la capacità di inquinare in modo letale l’atmosfera terrestre: così parlava la voce della Sapienza gallica. Nel caso specifico, si trattò di Giove e Saturno in un infausto connubio nella costellazione dell’Acquario, che il canonico affermava essere avvenuto nei primi mesi del 1345; nel quadro dell’astrologia medievale si parlava di “radice superiore”, “racine supérieure” e come se non bastasse, ci fu anche un’eclissi di Luna: proprio quel tipo di fenomeno sul quale i dotti parigini avevano espresso un severo ancorché adamantino giudizio. Più che un connubio, in realtà tra i due giganti gassosi si era verificata una fiera tenzone su come fare espiare ai terrestri il fio delle loro intemerate nefandezze: è evidente che Giove e Saturno, essendo legati a Dei pagani, non si fidavano granché della nemesi del Giudizio Universale. Ecco quindi, a dirimere la contesa, l’arbitrato del Sole, lo iudicio Solis, poiché da quell’astro calorifero dipendono i pianeti, e derivano le loro virtù, proprietà ed effetti. Valeva anche in un quadro geocentrico, a quanto pare. In fondo pure la peste di Giustiniano poteva essere collegata al Sole rimasto debole per un anno, tanto da provocare una piccola era glaciale di durata secolare; a nulla sarebbe servita l’osservazione naturalistica che non si trattava di Sole debole, ma appannato, schermato dalle tante polveri presenti in atmosfera e fuoriuscite da formidabili eruzioni vulcaniche.

Ovviamente Simon de Couvin, dottore in diritto canonico, non poteva sapere la differenza tra pianeti e stelle, cioè tra corpi erranti e corpi fissi, però riconosce al Sole un ruolo particolare, ed anzi sembra quasi volerlo porre in una posizione speciale nel Sistema Planetario: « Sic est Sol in medio planetarum ». Il Sole, nella sua luminosa visione, dette ragione a Saturno, che riteneva la peste unica strada per il vero riscatto, per la purificazione degli umani. Ecco allora spiegato tutto: intreccio terribile e complesso, ma in piena sintonia con le fantasie di quei secoli, e delle quali purtroppo oggi hanno fatto tesoro, anzi tesoro e conto corrente, certi imbonitori pubblici, messi sul libro paga dei contribuenti.

Il bacillo Yersinia Pestis, lungo 2-3 micron

 

Davanti a questi inscalfibili saperi, l’astronomo non osa obiettare e può solo limitarsi a verificare, con qualche calcolo, questa storia del convivio, ossia la congiunzione celeste, più intrigante dell’alterco stradale per una mancata precedenza. Si scopre allora che, a differenza di quanto riportato dagli studiosi umanisti, nel 1345 ci fu davvero uno sgomitare Giove – Saturno nell’Acquario, ma avvenne nella seconda parte dell’anno non all’inizio: a Settembre, per l’esattezza. Se poi vogliamo anche la Luna per maggior aderenza alla pretesa eziologia pestifera, si può essere ancora più accurati: il malefico appuntamento avvenne poco avanti questi giorni, osservabile nelle prime ore della notte, come mostrato più sotto. Le coordinate in basso, per chi riesce a leggerle, sono proprio quelle della città belga di Liegi, così come la data e l’ora.

In conclusione la Giustizia catartica del gigante inanellato fu raggiunta attraverso un microorganismo ospite in minuscolo parassita di un piccolo mammifero, ossia il batterio Yersinia Pestis nascosto nella pulce a sua volta nascosta nel pelo del ratto orientale. Ma quello fu solo il tramite, mentre la causa prima fu una proterva decisione di Saturno. La pulce era venuta da lontano, compiendo un lungo e funesto viaggio dall’Asia centrale, dove i primi focolai apparvero nel 1330. Secondo i meticolosi registri demografici cinesi, l’impero aveva una popolazione di 120 milioni, ad inizio del XIII secolo, e 65 milioni un secolo dopo. La peste si diffuse con le carovane di mercanti in Cina, in India e in Medio Oriente, per giungere infine in Europa. Nel 1346 fu registrata nella Russia orientale, e seguì poi il corso del fiume Don. In Italia arrivò con marinai genovesi reduci da un assedio in Crimea, assedio terminato proprio per l’epidemia.

Per approfondire tanti e vari aspetti dell’impatto sociale di quell’epidemia, e la conseguente palingenesi socioculturale, si veda:

https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1543/gli-effetti-della-peste-nera-in-europa/

Oppure, per un diario di fatti quotidiani, trovare l’introvabile Cronaca Sanese di Andrea Dei continuata da Agnolo di Tura, cruda narrazione, del 1350 circa, delle proprie ed altrui sventure da parte di un fornaio. Sconsigliata agli animi sensibili.

A proposito, qualcuno ha provato a calcolare le configurazioni astrali dell’autunno 2019?

Ricostruzione delle evidenze dello sciaguratissimo evento del Settembre 1345, ore 22, sul meridiano. Il misfatto è lampante. (software Stellarium)

 

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