LA NAZIONE MANCATA

LA NAZIONE MANCATA
Un profilo storico-politico: fatti, uomini, idee. 1861-1899

di PAOLO BAGNOLI

Biblion editore, 2021

 

Il recentissimo libro del nostro socio Paolo Bagnoli, La nazione mancata. Un profilo storico – politico: fatti, uomini, idee. 1861 – 1899 (Milano, Biblion, 2021, pp.173) si ricollega direttamente a un suo precedente lavoro, L’idea dell’Italia. 1815 – 1861 (Reggio Emilia, Diabasis, 2007, pp.358). Infatti, mentre il libro del 2007 ricostruiva il dibattito storico – politico – dottrinario sulla questione della nascita dell’Italia a Stato unitario e su come essa dovesse costituirsi istituzionalmente in un arco di tempo che va dal Congresso di Vienna alla proclamazione del Regno, questo nuovo lavoro abbraccia un arco temporale che va dalla nascita dello Stato unitario fino alla fine del secolo diciannovesimo.

La nazione risulta mancata in quanto la prepotente egemonia piemontese sulla penisola non permise di dar vita a quella realtà nuova cui tanto Risorgimento aspirava. La mancanza di un tale processo, segnò problemi che avrebbero, nonostante le varie stagioni politiche che si sono succedute, la vita del nostro Paese fino ai nostri giorni: in primis, naturalmente, il Mezzogiorno. Inoltre, emerge bene, dalle pagine di Bagnoli, la debolezza del liberalismo nostrano e di come ben presto si manifestarono i segnali riguardanti la qualità della nostra classe politica e la perdita di credibilità del Parlamento.

Cavour, Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, Ferrari, Montanelli, De Sanctis, Oriani, Carducci, Ferrara, Pareto, Minghetti, Mosca – per indicare le personalità cui sono dedicate parti specifiche del saggio – delineano un percorso tematico di riflessione storico – politica colmo di suggestioni che inducono alla riflessione su cosa l’Italia è stata e su cosa l’Italia avrebbe potuto essere se la sua idea, quale dato portante, non si fosse limitata ai soli fattori dell’unità e dell’indipendenza, ma a quelli fondanti della nazione che, nel caso italiano, si è cercato di costruire attraverso lo Stato e l’ingessatura dell’amministrazione. Quello che avrebbe dovuto essere Il motivo centrale dell’Italia unita, benché presente nel dibattito colto e ricco del processo risorgimentale, venne tuttavia trascurato.

Il libro – introdotto da un Prologo e chiuso da un polemico Epilogo – insomma, affronta una questione che storiograficamente non si è mai chiusa. A ben considerare è una questione dell’ieri che riguarda anche il presente nella considerazione della continuità di valutazione storica con la quale si devono analizzare le vicende di un Paese, per lo più complesso, articolato, culturalmente ricco e diversificato, quale è l’Italia.

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