TERRE DI CONFINE TRA TOSCANA, ROMAGNA E UMBRIA.

TERRE DI CONFINE TRA TOSCANA,
ROMAGNA E UMBRIA
Dinamiche politiche, assetti amministrativi, società locali
(secoli XII-XVI)

a cura di Paolo Pirillo e Lorenzo Tanzini

Firenze, Olschki, 2020

Il confine è una categoria fondamentale della storia politica: nelle discussioni e nelle tensioni del presente come nelle dinamiche dei poteri dei secoli passati. Così come tutte le categorie della politica ha conosciuto però trasformazioni profonde, che rendono illusorio ogni discorso sui confini che attribuisca al termine il medesimo significato attraverso i secoli. Questo volume, frutto di due diversi convegni di studio (Firenze e Perugia) della Deputazione di storia patria per la Toscana, della Deputazione umbra di storia patria e la Deputazione di storia patria per le province di Romagna, raccoglie saggi dedicati alla fenomenologia del confine in una parte dell’Italia tardomedievale che per ricchezza documentaria e articolazione geopolitica si presenta come esemplare: i territori cioè tra Romagna, Toscana e Umbria.

In questa articolata fascia di territori la dimensione del confine fisico trova espressioni variegate, dai valichi appenninici alle zone paludose dell’area delle Chiane; ma ciò che più conta è la variegata geografia politica di queste regioni. I contributi di ricerca del volume sono centrati sul periodo basso medievale e sulla prima età, moderna, vale a dire la fase storica in cui con gli ambienti fisici entra in relazione il complesso dei poteri pubblici in formazione e in competizione tra loro, fino alla costruzione del Granducato di Toscana e quella dello Stato pontificio sui territori di grandi città comunali come Bologna o Perugia.  Se l’area considerata è relativamente circoscritta, l’ambito cronologico è molto ampio e consente di seguire il cambiamento avvenuto nel tempo, dai primi confronti tra le stirpi signorili del territorio e le autorità comunali nel XII secolo fino al tempo delle mappe e delle descrizioni cartografiche dei confini degli stati. Affiancando l’accurata analisi documentaria dei casi di studio e una spiccata attenzione per i concetti chiave messi in gioco, i saggi focalizzano in particolare l’approccio dei governi cittadini nei confronti delle situazioni liminali sul piano territoriale, e la rilevanza in un simile contesto dei poteri signorili nel loro ambiguo gioco ‘ai margini’ delle sfere di dominio urbano.

Il volume si articola in due grandi sezioni, dedicate rispettivamente a Le dinamiche dei confini e Le signorie di confine.

Ciò che i casi di studio permettono di approfondire con dettaglio, e che il volume intende fare anche in prospettiva interpretativa, è porre il problema del confine come categoria politica e sociale: dando infatti per acquisito il carattere storicamente determinato delle frontiere politiche, le aree prese in considerazione permettono di comprendere il ‘funzionamento’ del confine, cioè il gioco di relazioni sociali nelle aree liminali. Se infatti le famiglie signorili come Pagani, Alberti, Guidi in area romagnola, i Montemarte o i Manenti in quella perugina, hanno la possibilità di approfittare delle speciali condizioni ambientali della montagna e dei suoi valichi, o dei diritti pubblici sulle aree umide, così come analogamente avviene per gli enti religiosi monastici, anche le comunità locali (nei casi toscani, romagnoli e umbro-marchigiani) mostrano notevole capacità di gestione dei vantaggi legati al confine.

Ne risulta una complessa e innovativa riformulazione del problema dei rapporti tra poteri e territorio in una fase cruciale della storia italiana, tra la vicenda comunale e gli Stati dell’Antico Regime.

 

Lascia un commento